mercredi 28 août 2013

Il quartiere cinese di Parigi, seconda parte

Se avete letto la prima parte del mio racconto, sapete che ci troviamo all'interno del centro commerciale Olympiades per dare la caccia ad un pericolosissimo dragone.



Finalmente abbiamo una pista, che sembra confermata da questa insegna che, senza dubbio, ritrae dei bébé dragone mentre bevono un thè.
Entriamo a prendere un bubble tea (per me al mango, merci), sicuramente scopriremo qualcosa. 





Bingo! sembra proprio che un dragone sia passato di qui, sicuramente si nasconde ancora nel centro commerciale.
Una rapida perlustrazione da Paris Store.



Sento che siamo vicini, ma è meglio non esultare troppo presto. Il nemico è furbo e potrebbe nascondersi ovunque, anche alle nostre spalle.



Un ruggito, un boato, insomma un rumore terrificante: lo dicevo io, ci siamo. Eccolo, finalmente, il dragone.
Ah, ma è solo il tuo stomaco, Gioiuzza? hai fame? va bene, che ne dici di un banh lot? così se non lo mangi tutto, quello che resta lo usiamo come esca per i dragoni, magari funziona.



Un Mac Donald, dici? preferisci un sunday? va bene, ti accontento, ce n'è uno proprio qui vicino, su Avenue de Choisy. Andiamo.



Così magari controlliamo attentamente anche Avenue de Choisy: questa superette ha un che di sospetto.


Aaaaaaah lo sapevo, è qui... guardate che espressione cattiva, cattivissima... scappiamo Maman, si salvi chi può.

mardi 27 août 2013

Il quartiere cinese di Parigi

Come vi dicevo qui, sembra che un dragone cattivissimo sia stato avvistato nel XIII arrondissement, la Chinatown parigina. Ed è proprio lì che io e Gioiuzza, munita per l'occasione di teleobiettivo, ci siamo recate.
Naturalmente il nostro è un safari fotografico, nella speranza di cogliere il pericolosissimo pennuto nel suo habitat naturale.
Cominciamo la nostra perlustrazione da Avenue d'Ivry. Maman ha ricevuto una soffiata che segnala la presenza del pennuto presso la supérette asiatica Big Store.
Big Store? ma non è il tuo supermercato preferito, Gioiuzza? 
Si, Mini, proprio lui: più piccolo di Tang Frères, certo, ma più accogliente, sarà perché la luce è più calda, non ci sono le solite lampadine al neon... Che coincidenza, vero?
Eh già, che coincidenza...



Mmmm, Maman, vedo che stai prendendo a cuore la nostra missione, ma non credo sia il caso di guardare dentro OGNI scatola di biscotti, sicuramente il dragone non si nasconde lì dentro...



Fin qui sembra tutto tranquillo... ehi, ma aspetta! Zooma Gioiuzza, zooma che voglio vederci più chiaro. Queste sembrano proprio uova di dragone.



Ma da dove provengono? sicuramente sono cadute dal cielo: proviamo ad alzare lo sguardo, magari  mamma dragone sta ancora sorvolando il quartiere.





Disdetta, troppo tardi, sicuramente è già volata via. 
Ci sono solo delle lanterne cinesi. Carine però.
(Ho detto solo che sono carine Gioiuzza, non che sarebbero perfette sopra il bancone bar della nostra cucina. Quindi no, non è il caso di comprarne quattro. No, neanche una per il bagno, scordatelo.)
Ma non perdiamo di vista l'obiettivo. Riflettiamo. I dragoni sono grandi, sicuramente hanno bisogno di spazio per posarsi a terra, come gli aerei.
Ci sono: il grande spiazzo delle Olympiades, sicuramente lì troveremo il nostro dragone.



No, neanche qui.
Ma Maman ha ricevuto una nuova soffiata: restate con noi, e fra poco perlustreremo le boutiques del centro commerciale Olympiades. 

lundi 26 août 2013

La fille et le dragon

Giovedì scorso un dragone si è posato su uno dei marciapiedi del nostro quartiere.
Io e Maman adoriamo i dragoni, perché volano e sputano fuoco. 
Maman addirittura sfoggia fieramente un paio di orecchini all'effigie del dragone, incurante del peso che le fa arrivare i lobi delle orecchie alle ginocchia.
Così abbiamo deciso che l'indomani saremmo andate a dare la caccia ai dragoni nel XIII arrondissement, il quartiere cinese di Parigi,  



Vi prometto che più tardi torno e vi faccio vedere qualche foto della nostra avventura nella Chinatown parigina. 
Quindi restez connectés, stay tuned, e nel frattempo godetevi questa canzone degli Indochine.
Gioiuzza me la canta spesso, perché pensa che io sono un po' come la petite fille della canzone.



Minichic indossa: t-shirt CycleBand, pantaloni cinesi, scarpe H&M

jeudi 22 août 2013

Mini-guida: ad Amsterdam con i bambini

Maman non solo adora viaggiare, ma anche, più semplicemente, esplorare strade e quartieri della nostra Parigi. Così io e lei siamo sempre in giro. 
Ma, in compagnia di un bambino della mia età, prendere la metro, andare al ristorante, per negozi o addirittura viaggiare non sempre è facile. Con un passeggino, anche una semplice passeggiata può diventare un exploit olimpionico.
Così ho pensato di recensire i posti che visito, in viaggio e qui a Paris, a secondo dell'accessibilità per noi bambini, attribuendo una nota globale che può andare da una a cinque poussette (passeggino in francese). Magari qualche mamma, fra i miei lettori, troverà utili le mie recensioni.

Pronti per il primo esame poussette? 
Se vi dico Amsterdam cosa pensate? beh no, i tulipani non valgono.
Coffeeshop, cannabis legalizzata, addirittura un intero quartiere a luci rosse: la capitale olandese ha da sempre una reputazione trasgressiva e libertaria, ma pochi sanno che, come molte città del nord Europa, è anche un paradiso per noi bimbi.
A cominciare dai trasporti. Amsterdam è piccola e si visita facilmente a piedi, i marciapiedi sono concepiti per salire e scendere facilmente con un passeggino. Se desiderate prendere un mezzo pubblico, sappiate che sono tutti muniti di appositi spazi per sistemare i passeggini. Tuttavia, il mezzo di trasporto più usato dagli olandesi è la bicicletta, ed è frequentissimo vedere genitori che scarrozzano la prole in bici: se l'idea vi solletica, potete affittarne una come questa.



Nei ristoranti e nei locali pubblici noi bambini siamo sempre i benvenuti, e troveremo seggioloni e scaldapappe a nostra disposizione. 
Certo non ho provato ad entrare in un coffee shop eh, anche perché mi hanno detto che bisogna avere 18 anni... Però sono stata in diversi bruines cafés (caffè bruni), caratteristici bistrot olandesi che devono il loro nome agli interni di legno scuro e ai muri e soffitti anneriti dalla nicotina. I bruines cafés sono spesso minuscoli, ma la difficoltà di farsi strada con un passeggino nello spazio esiguo fra un tavolo e l'altro è presto superata grazie alla disponibilità dei camerieri e alla cordialità degli altri avventori.
Nella foto qui sotto, uno dei seggioloni del café di un fantasticoooo (dixit Gioiuzza) concept store nella zona dei docks. Io e Papa abbiamo aspettato a lungo sorseggiando un cappuccino mentre Maman faceva shopping, e quindi posso assicurarvi che questo seggiolone, oltre ad essere carino (gli olandesi sono in genere molto attenti al design) era anche comodo.



Per quanto riguarda i musei, vi racconto la mia esperienza, assolutamente positiva, al Van Gogh Museum
Quel giorno pioveva, e noi ci apprestavamo disciplinatamente a fare una coda di almeno un'ora. (Maman era quasi contenta, perché quel mattino aveva comprato un ombrello nuovo in un negozio di souvenir, ma di questo vi parlerò la prossima volta). Un custode ci fa segno di scavalcare la coda, e ci fa entrare, con grandi sorrisi, attraverso un entrata dedicata alle famiglie con passeggini.
Tempo di attesa: inesistente. 
Una volta dentro, numerose iniziative sono organizzate per noi bambini (anche se io ero ancora un po' piccola per usufruirne). Visite guidate, laboratori e postazioni multimediali, aree di gioco per apprendere giocando. Addirittura è possibile organizzare feste di compleanno: se anche voi volete soffiare sulle candeline al Van Gogh Museum in compagnia dei vostri amichetti, allora leggete qui

Per concludere, possiamo affermare che Amsterdam è una città assolutamente a misura di bambino.
Nota globale: cinque poussettes



Foto di una vetrina del quartiere De Pijp

mercredi 21 août 2013

Save Minnie

Gioiuzza
Qualche giorno fa io e la Mini stavamo passeggiando tranquillamente al reparto bambini di H&M Les Halles (si, passeggiando, vi assicuro che si passeggia benissimo da H&M, l'aria è molto salubre in questi angoli di Svezia).
Ma fatemi continuare. Mentre passeggiavamo, appunto, mi cade l'occhio su un pezzo di tessuto che strizza l'occhio alla pop art americana degli anni '50. Incuriosita lo afferro, e mi ritrovo in mano il leggin perfetto.
Ma ci sono cose che vanno sempre in coppia: così i leggins per bimba di H&M, venduti per pack di due. 
Pas de problème, penso, e mi dirigo verso la cassa, in mano "il leggin perfetto" e quello che sembra essere un basicissimo leggin grigio, di quelli insomma che fanno sempre comodo.
E invece no, sorpresa, tadaaaaaaa: una gamba dell'ex basicissimo leggin grigio è saldamente occupata da una gigantografia di Minnie.
Prendere o lasciare. Rifletto velocemente, e decido che non posso rinunciare al leggin perfetto. 
In fondo, mi sto accapparando un pezzo di pop art al modico prezzo di 14,95 euro. La Mini farà sicuramente un figurone indossandoli domenica prossima per andare alla mostra di Roy Lichtenstein al Beaubourg.
E poi a tutto c'è un rimedio. Proverò a sbagliare lavaggio, appena arriviamo a casa controllo l'etichetta. Sicuramente quella smorfiosa di Minnie non resisterà ad un lavaggio delicato a 90 gradi.







Mini
Ho paura, ho molta paura. Temo per l'incolumità della mia amica Minnie. 
Ma andiamo con ordine. Tutto è cominciato qualche giorno fa, al reparto bambini di H&M, dove quotidianamente ogni tanto io e Maman ci rechiamo a passeggiare.
Vedo una, tante Minnie che mi sorridono da un leggin,  e lancio uno dei  miei gridolini (hiiiiiiiiii) affinché Maman me lo compri. Graditissima sorpresa, è un pack di due.
Un rapido passaggio in cassa, e sono miei. Bellissimi tutti e due, soprattutto quello grigio, perché Minnie è veramente grande e si vede bene che è proprio lei.
Ma da quel giorno Maman si comporta in maniera molto strana. 
L'ho sorpresa a guardare con odio Minnie, come se volesse liberarsi di lei.
Controlla ripetutamente l'etichetta del lavaggio, guardandosi intorno con fare circospetto, e poi resta lì a fissare la lavatrice. 
Sicuramente aspetta che io mi addormenti per agire.
Se succede qualcosa alla mia amica Minnie, non venite a dirmi che io non vi avevo avvertiti.

dimanche 18 août 2013

Dalla finestra+Festival della Fotografia di Arles

Ferragosto è passato, e sembra aver portato via l'estate: grossi nuvoloni grigi si rincorrono nel cielo.
Ma io voglio farvi vedere ancora una foto delle vacanze: sono a casa dei Nonni, sono le tre di un pomeriggio d'estate, e guardo giù in strada.

Maman ha una delle sue strambe teorie sulle foto alla finestra.
Qualcosa tipo una specie di gioco di specchi  fra due prospettive diverse, due punti di vista che si inseguono e si sovrappongono. Quello che è interessante è che il secondo punto di vista può essere appena sussurrato o al contrario gridato, dipende dall'intenzione di chi ha scattato la foto e un po' anche da chi guarda.
E, sempre secondo Maman, il bello di queste foto è che ti danno un po' l'impressione di fare qualcosa che non dovresti, tipo spiare dal buco della serratura.
Io mica l'ho capita questa storia di specchi che si inseguono e di serrature che spiano; so solo che ci siete voi che mi guardate, e io che guardo giù per la finestra.  Cosa vedo? provate a dirmelo voi...



E a proposito di foto, non vi ho ancora raccontato della mia gita ad Arles in occasione del Festival della fotografia, quest'anno dedicato alla foto in bianco e nero.



La vedette di questa edizione è Sergio Larrain, un fotografo cileno dalla vita un po' particolare; non vi dico di più su di lui, se siete curiosi fate una ricerchina su Google.
Questa è una delle sue foto più famose. Sono stati gettati fiumi di inchiostro su questa foto, sul gioco di linee e di luci, sulla specularità  e sulla somiglianza delle due bambine- si conoscono? sono due sorelle, due amichette, due perfette estranee che hanno preso per caso la stessa strada?
Io mi limito a dirvi cosa colpisce me: le port de tête, il portamento un po' altero, quasi da adulti, della testa delle due bambine, e il taglio di capelli netto che svela il collo.



Questa foto invece è meno conosciuta, ma è la preferita di Maman. Non solo è stata scattata in Sicilia, ma anche qui c'è una finestra. Vi piace?



Se queste foto vi hanno fatto venire voglia di scoprire l'opera di Sergio Larrain, siete ancora in tempo: il festival della fotografia termina il 22 settembre.
E non dimenticate di fare un giretto in uno dei miei posti preferiti: la libreria della casa editrice arlesiana Actes Sud. Troverete dei comodi divani dove sprofondare per sfogliare i libri, un café che serve fra le altre cose anche un ottimo couscous, e addirittura un hammam.

mercredi 14 août 2013

Le Pont des Arts

Avete già visto qui il mio adorato vestitino provenzale.
Come tutti i vestiti comprati in vacanza, trovo che sia un po' difficile da indossare una volta rientrati in città: il rischio è di sembrare fuori contesto, cheap o addirittura ridicoli.
Ma con le dovute precauzioni, è possibile. 
Basta poco: una camicia in jeans, una t-shirt un po' rock, un paio di bikers o delle birkenstock* se fa caldo... Per sentirsi un po' in vacanza il tempo di un week-end cittadino.
*Si, le birkenstok sono très chic in questa estate 2013, et alors?



Eccolo indossato indossato per una passeggiata lungo la Senna con Maman. Naturalmente, se avete altri suggerimenti da darmi, sono tutta orecchie.
Che ne dite, sono riuscita a portare una nota di colore in questa giornata parigina un po' velata?







Naturalmente, quanto scitto sopra funziona se avete meno di otto anni. Se li avete superati, esistono altri accorgimenti; ma io resto dell'idea che la produzione e vendita di vestiti provenzali in taglie superiori ai 6/8 anni dovrebbe essere vietata per legge.
Buon Ferragosto a tutti dalla vostra Mini.

Minichic indossa: vestito provenzale, t-shirt Ramones H&M, bikers Chicco
Location: Pont des Arts

lundi 12 août 2013

Gira la moda

Oggi vi faccio vedere qualcuno dei miei ultimi acquisti, e magari giochiamo insieme a creare qualche look. 
Super, Mini, allora giochiamo a Gira la moda!
Ehm no, Gioiuzza, Gira la moda è, come dire, un po' "vintage", adesso c'è Polyvore per questo tipo di gioco. No, dai, non fare quella faccia... ok, giochiamo a Gira la moda, hai vinto tu Maman.

Partiamo da un giubbotto modello chiodo.
Maman sostiene che si possono trovare un sacco di cose interessanti al reparto uomo, e non esita ad indossare con disinvoltura le camicie di Chéri. Abitudine che conserva intatta dall'epoca dell'adolescenza, quando attingeva allegramente dall'armadio dello zio Joey (allegramente per lei, meno per lo zio Joey).
Questo giubbotto infatti è della scorsa collezione garçon di 3 Pommes, ed era scontato a meno 40%; un affare, no?



Aggiungiamo una camicia a quadri della stessa collezione, anche lei scontata a meno 40%.



E poi cambiamo registro, il bello di giocare con la moda è anche questo.
Un vestitino a fiori della nuova collezione Petit Bateau, lo potete vedere qui. So girly, e anche un po' Laura Ingalls, che ne dite?



Adesso giriamo la ruota e vediamo cosa ne viene fuori. Pronti? Uno, due, tre, via...

Primo look
Maman è conquistata da questa allure un po' fifties e un po' da bad boy, alla Marlon Brando secondo lei. Io direi piuttosto alla Arthur Fonzarelli, ma va bene lo stesso.



Secondo look
Il mio preferito: colorato e femminile! In perfetto stile bobo (bourgeois-bohème), sarà perfetto per l'autunno riscaldato da un paio di grossi collant in lana e una sciarpona, e lo vedo bene anche con il mio gilet in finta pelliccia.



E voi, qual è il vostro preferito?

Giubbotto e camicia 3 Pommes, vestito Petit Bateau

vendredi 9 août 2013

New stuff

Di ritorno dalla Provenza, ho ancora tanto da raccontarvi delle mie vacanze, e tanti nuovi acquisti da farvi vedere. 
Qualcosa di scontato, e qualche capo delle nuove collezioni: la lista è lunga, e la foto qui sotto non esaustiva.
Nei prossimi post, vi mostrerò più in dettaglio alcune new entries del mio armadio.
Intanto, buon week-end a tutti. Io vado a Paris Plage, e voi cosa farete questo fine settimana?



mercredi 7 août 2013

La cabane

Durante queste vacante, sono andata con Maman e Papa a trovare gli zii (che in realtà sarebbero prozii, ma vabbè) Colette e André, Coco e Dada per gli intimi.
Coco e Dada vivono in una cabane nella Petite Camargue, una zona del sud della Francia dove Maman mi ha detto che ci sono i tori.
Una cabane è una casa che galleggia sull'acqua, una specie di palafitta insomma. 
Per raggiungerla, abbiamo parcheggiato sulla riva opposta del fiume, e siamo saliti sulla barchetta che gli zii utilizzano tutti i giorni per rientrare a casa.



Ecco la cabane vista dalla sponda opposta, ed ecco la tavola che abbiamo trovato ad attenderci.
Maman è sempre contenta di andare alla cabane, perché sa che lo zio André (che di professione faceva il fotoreporter, anche se adesso è in pensione) le farà provare le ultime novità in fatto di macchine fotografiche. Anche se poi è difficile lasciarle lì; ho dovuto faticare, ve  lo assicuro, per convincerla a posare un EOS 5D Mark III che era, a sentire lei, assolutamente FA-VO-LO-SO. 
Inoltre in estate viene da Paris anche la zia Hélène, la figlia di André e Colette, con cui Maman si diverte a discutere di moda e vestiti.





Quando siamo arrivati, era già l'ora dell'aperitivo, accompagnato da cozze e pesciolini fritti. Maman mi guardava perplessa (per non dire orripilata) mentre li mettevo in bocca uno dopo l'altra, come se fossero patatine. 
Gioiuzza è un po' speciale, e non mangerebbe mai dei pesci con la testa e gli occhi. Ogni tanto mangia una scatoletta di tonno, o dei bastoncini di merluzzo, quelli che si danno ai bambini, perché non hanno la forma di pesce, e allora può fare astrazione. Ma proprio ogni tanto, e se per disgrazia la sera prima hanno passato Nemo alla televisione, allora potete stare sicuri che non ne mangerà per almeno un anno.
Comunque non preoccupatevi, Gioiuzza si è rifatta a tavola, gettandosi sulle uova mimosa, dimenticando che la maionese non fa bene alla linea.



Io, come potete vedere qui sotto, avevo il mio bel vestitino bianco, che Gioiuzza si è premurata di togliermi prima di passare a tavola, perché si sa, il bianco è difficile da lavare, e Maman è molto pigra...



Per fortuna che, come si evince dal mio soprannome (la Chic), sono molto attenta ai dettagli, e quindi quel giorno portavo un paio di adorabili mutandine, ben coordinate alla t-shirt,  per coprire il pannolino.



Dopo pranzo, lo zio André ha proposto una bella passeggiata digestiva in barca, fino all'étang, che in italiano sarebbe lo stagno, o il bacino, ma io trovo che la traduzione non renda, giudicate un po' voi.
Io, come potete vedere dalle foto, non mi sentivo molto rassicurata, perché Dada, che conduceva la bagnarola barca, apprezza molto il vino. Un po' come tutti in famiglia, ma lui proprio più di tutti.





Comunque siamo riusciti a tornare sani e salvi, e ho passato proprio una bellissima giornata alla cabane, spero di tornarci la prossima estate.
Per finire, una foto di uno dei gatti di casa, che probabilmente ha strani gusti alimentari, non vedete le chips che fanno capolino vicino alle sue crocchette? oppure Coco ha dimenticato gli occhiali quando è andata al supermercato?


Minichic indossa: vestito Monoprix, t-shirt e culotte H&M

lundi 5 août 2013

Shopping in Provenza

Ieri vi ho fatto vedere il mercato di Uzès, nel Gard. 
Oggi invece vi voglio mostrare alcuni dei miei acquisti di queste vacance nel sud della Francia.
Ma prima voglio fare una premessa: lo shopping in vacanza spesso è rischioso. 
Nel senso che quella camicia a fiori che ci sembrava perfetta a Honolulu è assolutamente inadatta alla nostra vita di tutti in giorni in città, e la tajine comprata a Marrakech difficilmente troverà spazio nella nostra cucina.
Ma di questi inconvenienti, e di come fare per evitarli o porvi rimedio, vi parlerò magari un'altra volta.
Per adesso mi limito a farvi vedere cosa ho comprato in Provenza.

Naturalemente un tipico vestito provenzale, che avete visto indossato qui.




Continuiamo con un cesto in vinimi. Ok, diversi cesti in vimini. 
Ma sono tutti differenti eh, cambia il colore, il modello e anche l'uso, ci sono quelli per fare la spesa, per fare un pic-nic, per uscire la mattina, addirittura per trasportare Mickey...
Va bene Gioiuzza, lo abbiamo capito, erano tutti assolutamente necessari. Però spero che tu sia cosciente che averne quattro non ti trasformerà miracolosamente in Jane Birkin.



Ma si sa, la pulsione all'acquisto di cesti in vimini è poco razionale e quindi difficilmente dominabile. Nonostante ne avesse comprati (oltre ai quattro di cui vi ho detto sopra) diversi da offrire alle amiche al ritorno dalle vacanze, Gioiuzza sentiva, sapeva che poteva fare di meglio. 
E allora, come resistere all'acquisto di questo modellino assolutamente delizioso per la sua Mini?
(Se guardate bene, nella foto si nasconde anche qualcosa che mette l'acquolina in bocca).



Spostiamoci sul balcone di Gioiuzza, fa caldo in questi giorni e staremo più al fresco.
Ecco alcuni esemplari della tipica ceramica (poterie) locale: qui vedete la zuccheriera e una tazza da colazione, ma abbiamo anche l'insalatiera e qualche piatto, Maman non ha badato a spese per rallegrare la nostra cucina, e di conseguenza le nostre giornate, con questi colori vitaminici.



Ah, e poi naturalmente il Pastis, la tipica bevanda all'anice che profuma di Provenza. 
La vostra brava bottiglia di Pastis vi consiglio però di comprarla al supermercato sotto casa, che se si rompe in valigia sono guai; e non vi spaventate se il contenuto di alcol è intorno al 45%, si beve diluita nell'acqua. 
Ma nei mercatini del Sud della Francia troverete diversi oggetti declinati sul tema della mitica bottiglia.
Ad esempio, questa vecchia stampa pubblicitaria, perfetta per dare una touche vintage in cucina.



Oppure le caraffe nelle quali, nei cafès, vengono serviti l'acqua e i cubetti di ghiaccio che accompagnano questa bevanda. 



E per finire, vi lascio con un sentore di lavanda. 
Non può mancare infatti, fra le cose da comprare in Provenza, questa profumatissima pianta in tutte le sue forme: profumi, olii essenziali, saponette e sacchetti per profumare i cassetti... Noi abbiamo scelto, oltre a TUTTE le cose citate sopra, anche una piantina per il balcone di Gioiuzza.





Ecco quindi la mia piccola lista, non esaustiva, di cosa comprare in Provenza; ma sono sicura che voi potreste sbizzarirvi in giro per mercati e mercatini.